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Le chiacchiere su Corbyn-Blair come se fossero in gioco terza via o socialdemocrazia sono una caricatura: quel capitalismo e quella socialdemocrazia non esistono più. Il mondo ha di fronte sfide nuove.

03/09/2015
Migrazioni di massa, la robotica applicata ai servizi e il cambiamento della struttura produttiva e del lavoro, il cambiamento climatico, il superpotere della finanza, le armi automatiche gestite dall'intelligenza artificiale: il confronto tra Terza via e vecchia socialdemocrazia era un problema negli anni Novanta e a cavallo del nuovo millennio. Ora è storia. Davanti ci sono nuovi problemi. E la necessità, per i progressisti, di trovare nuovi progetti in grado di affrontare il futuro. Pensare di poter governare l'oggi con le ricette messe a punto per il mondo di ieri è senza senso.

Il dibattito sul candidato alla guida del Labour Party britannico, Jeremy Corbyn, con l’opposizione di Tony Blair e l’altrettanto appassionato seguito di chiacchiere italiane, come se stessimo parlando di Renzi-Veltroni-Blair contro la Ditta e minoranza Pd, per come si sta svolgendo sui quotidiani non ha alcun senso. E’ uno spettacolo di marionette. Di più: è pericoloso, perché porta lontano dai problemi e dalle vere sfide che tutti abbiamo di fronte.
Alcune le ha elencate, pur non volendo parlare del dibattito Blair-Corbyn, Ernesto Galli della Loggia in un articolo su Il Corriere della Sera. Le quattro minacce globali, ha scritto Galli della Loggia, ricordando che: 1. la migrazione di masse umane in fuga da guerre, carestie e violenze non è più un fatto saltuario, che riguarda piccoli gruppi, ma un fenomeno di dimensioni storiche e, appunto, globali; 2. La natalità in Europa è ai minimi termini, quindi tra pochi anni ci saranno sempre meno europei (e sempre più vecchi) in mezzo a moltissimi (e giovani) immigrati; 3. Il cambiamento climatico ormai non viene più messo in discussione, ma non siamo nemmeno lontanamente vicini alla determinazione necessaria per affrontare questo fenomeno epocale, che può addirittura mettere in pericolo il futuro del genere umano sul pianeta Terra; 4. infine, ricorda Galli Della Loggia, la robotica applicata ai servizi, l’Internet delle cose, cambieranno in modo radicale (lo stanno già facendo) il lavoro e potrebbero ridurre l’effetto sull’occupazione tradizionale della crescita economica, quando pure si realizzasse in misura consistente.
Galli Della Loggia cita queste quattro sfide. Ma non sono certo tutte quelle che abbiamo di fronte: il potere della finanza, dopo le liberalizzazioni del periodo Reagan-Thatcher prima, ma anche Blair-Clinton dopo. Limiti e controlli sono stati smantellati. Nel mondo circolano titoli di diversa natura per multipli del Pil mondiale (l’ultima stima dice otto volte); sono tornati a fiorire titoli spazzatura impacchettati nelle più diverse maniere; è cresciuto a dismisura il fenomeno della cosiddetta banca ombra, cioè di istituti finanziari che fanno quello che fanno le banche senza esser sottoposti al controlli relativi alle aziende di credito (la Cina è uno dei paradisi di queste iniziative). Chi li controlla? Che potere hanno i regolatori e i governi democraticamente eletti? E come ci si rapporta con un mercato azionario dove domina non solo la cosiddetta High frequency trading (Hft), cioè la compravendita continua, velocissima, secondo per secondo (a Wall Street i flash boys valgono circa il 50 per cento dei volumi scambiati. La percentuale scende un po’in Europa ma rimane comunque significativa: il 40), ma soprattutto la vendita e l’acquisto automatico dei titoli, via computer, secondo algoritmi preimpostati: negli Usa il trading algoritmico ormai riguarda il 65 per cento dei volumi totali. In Europa i volumi delle compravendite via robot sono intorno al 42 per cento del totale. E si potrebbe continuare con l’elenco delle nuove sfide globali: basterebbe citare la concentrazione proprietaria globale dell’informazione qualificata come dell’industria dell’immaginario collettivo, e il controllo in poche mani del web; o la proliferazione di armi automatizzate in grado di decidere gli obiettivi da colpire (si veda l’appello di mille scienziati di tutto il mondo che chiedono di frenare, prima che sia troppo tardi, la corsa alle armi programmate per prendere da sole la decisione di uccidere. Le stesse appena prospettate da un report del Pentagono intitolato "Visualizzare il campo di battaglia tattico del 2050").
Ma ecco il punto: che c’entrano la finanza, il cambiamento climatico, le guerre, le migrazioni di massa e la rivoluzione industriale che cambierà la faccia del lavoro e dei servizi nei prossimi anni, l’informazione, il cinema, il web o le armi cosiddette intelligenti con Blair-Corbyn? C’entrano eccome, perché il capitalismo e il socialismo rispetto ai quali Blair indicava una Terza via non esistono più.
Il problema non è più come accomodare e rendere più efficace la via europea, per competere sui mercati globali. O un ipotetico ritorno alla felice età della socialdemocrazia realizzata nel Vecchio Continente. Gli Usa e la Russia non sono più le uniche superpotenze. Ormai vi sono imprese transnazionali, che hanno dimensioni e budget pari a quelli di interi Stati. La circolazione libera e velocissima dei capitali, come delle persone, sta cambiando la faccia della Terra. Non ha senso alcuno oggi parlare del vecchio socialismo o delle teorie e le pratiche di Blair o di Clinton: quando quest’ultimo firmò nel 1999 la legge Gramm-Leach-Blibey, che abolì la vecchia legge Glass-Steagall del 1933, e quando l’anno dopo firmò il Commodity Futures Modernization Act (Cfma) pensò di fare bene. E con lui tutto il mondo progressista. Allora aveva un senso. Non poteva sapere cosa sarebbe accaduto dopo, con la proliferazione degli strumenti tossici e le ribalderie delle grandi banche. Ma oggi, che sappiamo che cosa e quanto è cambiato, come potremmo porci nella stessa ottica? Non ha senso.
Sì, i progressisti, tutti i progressisti, non hanno ancora trovato un programma per affrontare il futuro secondo i pilastri delle proprie convinzioni (tutti gli uomini hanno uguale dignità, uguali diritti, la solidarietà è un valore, i più deboli vanno aiutati…….la democrazia va difesa rispetto alla tendenza a una sorta di neofeudalesimo tecnologico e tecnocratico). La destra, da questo punto di vista, sta molto meglio, perché ciò che sta accadendo per inerzia risponde al suo Dna (pochi comandano, pochi contano, pochi decidono e tutti gli altri senza voce). Ma questo non significa che l’unica strada possibile sia quella della vecchia Terza Via, o di una soluzione analoga e ammodernata, perché oggi, quella soluzione lì per larghissima parte sarebbe solo il mascheramento della resa totale.
Parliamo dunque dei contenuti e delle soluzioni (che ormai per gran parte stanno nelle riforme e nell’ammodernamento delle istituzioni sovranazionali, Europa in testa) e lasciamo stare il teatro delle marionette. Renzi non è Blair. E se pensasse di esserlo oggi ( ma è troppo intelligente per pensare una banalità del genere) starebbe fuori di testa.

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