
“Vogliamo dare un segnale forte alle imprese, in un momento di mercato difficile e con problemi anche sul fronte del credito”. Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole, punta molto sugli effetti del piano di investimenti da due miliardi di euro nel triennio 2015-2018 appena varato dal governo. 
”Dopo il varo della Legge di stabilità – spiega Martina - facciamo un ulteriore passo nella direzione della crescita e dello sviluppo. Beninteso, lo Stato non intende fare l'imprenditore: vuole investire in progetti concreti e assicurare un'amministrazione amica al fianco dei produttori, con interventi finanziari mirati e con risorse già certe e disponibili”.
In particolare, il piano coinvolge due enti controllati dal ministero delle Politiche Agricole, e cioè l’Ismea e l’Isa. L’obiettivo è di sfruttare la leva pubblica come moltiplicatore di quella privata, lasciando l’iniziativa nelle mani delle aziende. Sono loro che scelgono dove e come investire, lo Stato interviene solo a titolo di garanzia o di supporto.
Sono otto gli strumenti operativi attraverso i quali le aziende potranno attingere al sostegno pubblico per realizzare gli investimenti. 
I contratti di filiera. Sono rivolti alle piccole e medie imprese, le coopertative agricole, le O.P., i consorzi di tutela e le grandi aziende che hanno quote partecipate del capitale di una società agricola. Prevedono un finanziamento pubblico agevolato fino a 15 anni. L’importo complessivamente disponibile è di 264 milioni di euro.
I contratti di distretto/filiera. Riguardano le reti di imprese e prevedono un finanziamento pubblico agevolato da 6 a 15 anni e un contributo in conto capitale pari al 25 per cento dell'investimento. Si prevede che possa generare nuovi investimenti per 384 milioni di euro.
Equity a condizione di mercato. Sono interventi finalizzati al sostegno di progetti di sviluppo industriale o commerciale e di internazionalizzazione. Prevedono l’assunzione di quote di capitale e finanziamenti a medio-lungo termine. Può generare nuovi investimenti per 308 milioni di euro.
Il fondo di garanzia a prima richiesta. Copre fino al 70 per cento (l’80 nel caso di un giovane imprenditore) dell'importo finanziato dalle banche entro un milione di euro di garanzia. Con questo strumento si hanno nuovi investimenti per 510 milioni di euro.
Il fondo di credito. Le banche possono erogare mutui finanziando il 70 per cento dell'investimento, per metà utilizzando risorse finanziarie raccolte sul mercato e per l'altra metà utilizzando la provvista agevolata del Fondo credito dell’Ismea. Con questo strumento si potranno avere nuovi investimenti per 411 milioni di euro.
Start-up. Per l’acquisto di aziende agricole da parte di giovani neo-agricoltori si prevede un contributo fino a 40.000 euro per l'abbattimento dei tassi di interesse sul leasing. Sono ipotizzabili nuovi investimenti per 183 milioni di euro.
Subentro e imprenditoria giovanile. Sono interventi per favorire il ricambio generazionale. Prevedono per gli agricoltori con meno di 40 anni la possibilità di ottenere mutui per investimenti di miglioramento. Può generare nuovi investimenti per 100 milioni di euro.
Il fondo investimenti. Questo strumento servirà a sostenere i programmi di investimento delle piccole e medie imprese attraverso l'acquisizione di quote di partecipazione minoritarie di fondi di investimento privati. Prevede nuovi investimenti per 41 milioni di euro.
“Sono otto strumenti volti ad accompagnare le imprese nel futuro. Questo piano – conclude Martina - è la dimostrazione che è possibile e produttivo investire nel settore agricolo e agroalimentare”.
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