Gli organismi internazionali, spinti dagli Usa, vanno all’attacco delle politiche di austerity, perché temono che la deflazione persistente e il rallentamento continuo dell’economia portino ad un avvitamento e all’avvio di una lunga stagnazione.
Più in particolare, Il Wto, l’organismo internazionale del commercio, ha abbassato in modo radicale le stime di crescita degli scambi a livello internazionale, avvertendo che il commercio crescerà per la prima volta in tanti anni meno del Pil (leggi in allegato il testo del comunicato Wto).
Il Fondo monetario internazionale, nelle sue previsioni di ottobre, ha avvertito sul rischio che il permanere di una fase di disinflazione, dalla quale non si riesce ad uscire nemmeno con l’abenorme iniezione di liquidità avviata dalle banche centrali, possa innescare una fase vera e propria di deflazione, molto difficile da invertire (leggi in allegato il testo del Fmi).
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